173 certa prudenza ; perchè, se quel povero Gennaro non fosse assai occupato a pensare a’ casi suoi ed alla madre, di qualche cosa dovrebbe pure avvedersi, ed entrare in sospetto. Se non che, all’ Aldighieri di leggier si perdonano tali trascorsi, che infine derivano da soverchio entusiasmo dell’ arte, difficile a contenersi e moderare nell’ ardor dell’ azione, e a lui riman sempre il pregio del canto, e della magnifica voce. Ei disse con gran sentimento, colorandone con ingegnosa industria i motivi, tanto la cavatina, che chiuse nel largo con la più varia e clamorosa cadenza, quanto il duetto e il terzetto, meno le mende d’ azione citate. L’ Aldighieri è avviato a fortunatissima meta, e v’ arriverà ; poiché gran dono è la voce. E questo dono medesimo possiede il Patierno. La sua voce non è limpidissima, perchè un tantin gutturale, ma forte, intonata, estesissima, eh’ ei svolge con grandissima agilità, con perfettissime forme di canto ; il che più particolarmente s’ammira nello spirito, nella grazia, con cui infiora la frase della classiea romanza del primo duetto, e in quella soave melodia del terzetto, cui fanno accompagna-