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dazione : è come il Cantami o Musa, l’invocazione di questo grande poema.
     Il più bello della introduzione, come pure di tutta 1’ opera, è quella tinta, come la chia-man locale, quella perfetta convenienza di modi e di stile, che dà all’ idea ed alla situazione del dramma tutto il possibil risalto e le caratterizza. Si direbbe che il pensiero poetico nascesse ad un tempo colla veste musical che gli è fatta : cosi gli è propria e consentanea. Alcune vaghissime melodie non ti giungono, a primo tratto, agli orecchi ; convien cercarle, studiarle nell’ ingegnosa e filosofica unione dell’ orchestra e del cauto ; 1’ orchestra, che qui, come in tutti gli altri lavori del medesimo autore, ha un sì eloquente e potente linguaggio, e talora, non pur orna, ma compie il canto.
     Ad onta di pregi siffatti, o che la gente, sopraffatta dalla novità, a tutta prima non gli avvertisse, o qual altra cagione si fosse, questa magnifica introduzione, e tutto il rimanente dell’ atto fecero poca o nessuna impressione. Passò pressoché inosservata la cavatina del tenore Zerniari ; inosservata la bella canzone d’ Oscar, il soprano, cantata dalla Tagliana