200 XXX. Ancora degli Ugonotti alla Fenice (*). E’ non si finirebbe mai di parlarne. La musica del maestro Meyerbeer, che che ne dica il fu sig. Heine, i cui giudizii, per verità un po’ arditi, non furono sempre dall’ universal confermati, quella musica è piena di sì profonde e sublimi bellezze, che due, tre, dieci articoli non sono soverchi a tutte farle conoscere : qualche cosa ne rimane ancor nella penna. Sia pure che la sua musa appaia un tal po’ restìa ; che ad accendersi abbia uopo di mezzi straordinarii, le grandi masse, il popolar movimento, contrasti e furor di passioni ; eh’ egli si aiuti d’ ogni estrinseco elemento, e le sue melodie convenga talor ragionarle : ma ciò che fa al pregio dell’ ingegno e dell’ arte, s’ ei raggiugne e di che sorta ! il drammatico intento ? E’ non si vuol essere nell’ arte esclusivo, e convien riconoscere il bello sotto tutte le varie sue forme. I piccoli solo, meno qualche rada (') Gazzetta del 16 agosto 1856.