282 rotto soltanto dalle cavatine del soprano e del baritono, e che termina con un insieme di tutte le voci della più splendida e spiritosa composizione. I Greci, che, dalla fame diserti, prima piangono e si fanno insieme coraggio, insperatamente soccorsi di vettovaglie dalla intrepida Caido, or si volgono a Dio ringraziandolo ; e ben la musica, col vivace e tumultuoso suo canto, ne esprime il sentimento, quell’ inno al cielo levato nel più fervente entusiasmo dell’ allegrezza. La cavatina del Giraldoni, in cui Samuele conforta il popolo alla speranza, non è tanto bella per la cantilena, quanto pel colore mistico e religioso della frase sommamente espressiva. Ci ha dentro qualche cosa del Profeta, o nel Profeta ha qualche cosa del Suli. Magnifico in ispecie è il trapasso dal primo al secondo tempo, compiuto dal preludio dell’ orchestra, e tutto è anche fatto migliore o reso nel modo migliore dalla squisita maestria del cantante. Il Giraldoni ha due gran qualità, molta intelligenza e molt’ arte, unite a gran sentimento ; e qui, come sempre, dove il canto è scoperto o non oppresso dagli strumenti, la sua voce domina la scena