321 nozze di Maso, piglia il mezzo eroico, e un tantin singolare, di leggerle e commentarle una sua ballata, in cui un bambino muore, il padre s’ annega e la madre s’ accoppa, tutto per ragion della fame. Ei teme di finire di stento : così poca fiducia ha in sè stesso. Forse, la Lena non è, nel quarto e quin-t’ atto, quella ingenua e dolce creatura, che ci si mostra nel prologo : ella diventa cattiva, molto cattiva, come le rinfaccia lo stesso suo amante : non conserva il carattere. Forse quel del Baretti è dipinto con troppo aggravati colori ; poiché, per franco e schietto che sia uno scrittore, non so s’ ei possa permettersi di dire in faccia alle persone, colla più sicura disinvoltura, le cose più dure, più duramente significate. Le donne parlan nel dramma presso a poco fiorentinamente : così linda e studiata è la elocuzione, improntata a’ modi toscani. La Giovanna, quella sguaiata Giovanna, ne sa anche di storia, e cita la guerra di Troia. Il Baretti, per lo contrario, e gli altri, si lasciano scappar talora qualche frase appresa a’ giornali e a’ giornali de’ nostri dì, i quali, per certo, non si piccano di troppo gran pro- XII. 21