258 quel poema, quel miracolo d’invenzione e di fattura, che si chiama il finale dell’ atto secondo, tipo d’ arte perfetta, e che resterà fra le più magnifiche produzioni della scuola musicale moderna. A questo punto non ci furono divisioni o dissensi, uno solo fu il sentimento di tutti. La bella melodia, con cui il largo comincia, attaccata e svolta con quella maestria, che di sopra notammo, dal Giraldoni, quindi, di mano in mano, con eguale valore ripetuta dagli altri ; il tempo di mezzo, duetto stupendo tra la donna e il tenore, in cui il Negrini trova tutta la sua energia, e ti striglie e lacera 1’ anima con la espressione di quella frase : Morire in pace mi lascia ornai ; poi la stretta, quel mondo di strumenti e di voci, che insieme in un solo concento s’ uniscono, e su cui vola la nota ardita e squillante della Bendaci, che domina quella gran massa : tutto quant’ è questo pezzo inimitabile produsse come altre volte, e più forse che le altre volte, come produrrà sempre, immensa impressione. Al quale effetto molto contribuirono 1’ unione e 1’ accordo, con cui il gran concerto fu eseguito da tutte le parti, le prime, le seconde, i cori, l’orchestra, benché, la se-