82 di grandissimo effetto, de’ quali egli seppe largamente approfittare. L’ opera s’ apre con una soavissima pastorale : il clarinetto dell’ orchestra dà l’intonazione, e un altro clarinetto gli risponde dalla scena, come l’eco lontano ; segue il canto de’ villani e delle villanelle, che vanno alle opere loro. In questo entra Berta, la sposa di Giovanni, il soprano, con una cavatina, di gusto pretto italiano, ma che, in confronto del rimanente, parve a’ sapienti troppo leggiera j ed è con molto garbo cantata dalla Carrozzi. Per 1’ opposita virtù, eh’ è quanto dire per la severità dello stile, si nota la predica anabattista : una specie di canto liturgico, messo dapprima dai tre : Ad salutarem undam ; e che con vario tenore va quindi ripercotendosi di massa in massa, finché tutte insieme s’ uniscono, e prorompono in un unico accordo, d’ effetto sto per dir portentoso. Tra questo e il finale s’intreccia una romanza a due, cantata dalla Sanchioli, con quella sua magnifica voce, e dalla Carrozzi ; romanza, che per la pacata dolcezza della melodia fa singolare contrasto col pezzo citato. L’ atto secondo comincia con un ballo di