107 e di tutto ciò che 1’ avvicina e circonda, ei lo ritrasse, senza forse avvedersene, nella sua nuova composizione, e, per dirla, la Giocoliera di Napoli non è che una pallida copia della Esmeralda ; il che, se non altro, ci dispensa dall’ obbligo di raccontarla. Molti, fin troppi sono i quadri, i gruppi, i ballabili, e il più ingegnoso di questi è senza contrasto la tarantella, danzata da tutto il corpo di ballo. Ci ha ricchezza, vivacità d’ immaginazione negli intrecci e nelle figure, ed ella riscosse 1’ applauso. Ma il pregio più grande della composizione del Borrì è aver porto occasione alla Plunkett di mostrarsi in tutto il suo vario ed eminente talento. Poche ballerine la superano nella finitezza dell’ arte, nella venustà de’ suoi passi : nessuna forse l’arriva nel brio, nella vivacità, nell’ estro, direm quasi, del suo gesto, dei suoi movimenti. Senza che nulla ne perda la compostezza, la grazia, eli’ ha un suo fare sì ilare e allegro, così in tutto 1’ aspetto ella sorride, che infonde colla sua danza letizia. Più brillante ballerina mai non vedemmo ; onde non è a dire di quanti applausi ella sia coronata e ne’ molti suoi passi a solo, e in quello