269 teg-giò quelli de’ tempi nostri, ad tantino, per verità, non so se in bene o male, mutati, ma certo divenuti un po’ più larghi e indipendenti. Se non che, il titolo non induca in errore. Q-aranghelo, nel nostro volgare, significa una merenda, un pranzo fatto in compagnia, co’ denari a questo fine messi insieme, un tanto la settimana, per un dato spazio di tempo, da tutti i compagni. Questo peculio, di cui, per ordinario, si costituisce depositaria, o, come la chiamano, cassiera, uDa donna della brigata, che se ne fa la capessa, si dà nel frattempo a mutuo pel vantaggio comune del cumulo, quand’ ella, il che accade più spesso, per sè medesima non ne profitta ; e il censo di que’ denari è tale che, sotto le apparenze più miti ed oneste, ne risulta stranamente usurario. L’autore non intese già, come parrebbe risultare dal titolo, d’ entrare ne’ particolari di questo popolare costume, e mostrare come queste allegre società si formino, le difficoltà che s’incontrano a raccoglierle, e a tener uniti tanti umori diversi, infine gli spassi e le grasse risa, cui dà luogo la festa. La festa anzi succede fuori degli occhi dello spettatore e si co-