240 che il ballo è per essa la naturai sua movenza, cosi ella danza leggiera, e non appariscon nè fatica nè sforzo, li una piuma, un fiocco di neve che da sè si solleva e s’ agita, e volteggia per 1* aria, senza che se ne vegga la cagione impellente. Le nuove sue variazioni sono da sè graziosissime, ed eseguite con quel garbo, che si vede e s’ ammira, ma non si definisce. Con la grazia si nasce, e la grazia non si descrive. XXXYII. La Spezia ali,’Apollo (*). Lunedì si chiuse la Fenice colla Traviata, nelle sue disgrazie un po’rallegrata, le ultime sere, dal tenore Gitcglini. Il Giuglini è uu fine cantante, di modi soavi, che canta con espressione, con garbo, e, come doveva, ebbe qui le medesime accoglienze onorevoli, che incontrò a Milano, che incontrò a Treviso, da per tutto ove mostrossi. Peccato che non lo conoscessimo avanti ! Serrata la Fenice, s’aperse (') Gazzetta del 12 dicembre 1856.