225 sinfonia, ripetuta qui alla loro volta dalle due parti, e eh’ egli colorò con la più affettuosa espressione. Il Malvezzi, Enrico, tenor nuovo per noi, benché provetto, ha il pregio d’un bel metallo di voce, forte, rotonda, intonata, abbastanza flessibile : ha maestria d’artista. Con tutto ciò ei non primeggia ; e ne’ duetti con la donna, ne’canti col baritono, rimane forse di sotto. Qualche cosa in lui si desidera. Non può negarsi, ripetiamo, ei sa il fatto suo, canta con arte, ma forse il garbo gli manca. Questo si nota massime ne’ parlanti, ne’ recitativi, eh’ egli abbastanza non ¡scolpisce, e si lascia come cader la parola. Del resto, queste mende si avvertirono meno la seconda rappresentazione, ed ei parve studiarsi un po’ più. Come supponevasi la natura, egli ebbe forse dapprima orrore del vuoto ; poiché la Fenice era presso a poco in tale fìsica condizione, e ne fu scoraggiato. Ben è vero che il vuoto crebbe la seconda sera ; ina 1’ uomo s’ avvezza a tutto, ed ei potò esserne meno disanimato. L’ Echeverria è, nel Pinto, quell’ attore valente che abbiamo tanto encomiato all’ Apollo, e la robusta sua voce, 1’ alta e nobil persona, XII. ' 15