186 trillo, con cui ripetè il motivo principale in non so quale variazione, sono per lui uno sforzo da nulla. Se non che, questi musicali problemi, queste disfide, sto per dire, all’ impossibile, non costituiscono il bello, nè il fondamento dell’ arte. Quelle difficoltà non sono pel Bazzini se non una forma, un mezzo, come un altro, per rag-giugnere un effetto ; le adopera, se ne giova, non ne fa mostra, non sono il suo scopo ; onde, se l’ingegno è di Dio, ben il paziente esercizio, lo studio, con cui ei giunse a tanto, è merito della costanza del-1’ uomo, e non si può non ammirarlo. E chi saprebbe rendere tutta la dolcezza, con cui non sonò, ma disse, recitò, la patetica melodia della Sonnambula : Ah perché non posso odiarti, o l’altra Ah ! non giunge uman pensiero, eh’ ei compose nella medesima Fantasia ? Elle non erano le parole, ma certo quella era la voce, l’espression della Malibran, e com’ essa dentro ti penetrava. Per questa carezzevole, e se osassi chiamarla, affettuosa cavata ; per questa eloquenza melodica non furono meno deliziosi e fantasia dell’ Anna Bolena, e il Souvenir della Beatrice di Tenda, nella prima accademia. Il