272 fa parte la madre, e eh’ è poi raggiunta da Agnese, e un’ altra di Lorenzo colla ballerina, per caso s’incontrano al Lido. La prima ad avvedersi di lui e della rivale, è 1’ abbandonata cugina, la quale, cogli occhi próprii mirando la sua sventura, ne sviene. Donna Me-nega non tarda anch’ ella ad accorgersi del figlio, e qui colle compagne investe la ballerina e il padre di lei, co’ fulmini di quella efficace e clamorosa eloquenza, che non è la qualità pi'u lodevole del nostro popolo. La mischia è per verità assai al vivo, troppo al vivo ritratta, e sarebbe stata patria carità smorzarne un tantino i colori, anche perchè non desse nel trivial la commedia. Ma Lorenzo intanto che fa ? Poco cavallerescamente ei pianta la dama, e sta vergognoso e confuso in un canto, lasciando che le donne si sbrighili fra loro. La ballerina si parte, ed egli allora, come nulla fosse avvenuto, si volge all’ amorosa cugina, e le promette la mano di sposo, ■con grande consolazione di lei, e della signora Betta, la fruttaiuola, che vede d’aver dato nel seguo, quando sospettava che amore fosse solo cagione de’ mali e della tristezza di quella buona figliuola.