143 La Lesniewsha ha una voce bella, fresca^ intonata, sillaba schiettamente più che non sogliasi udir da’ soprani, ed elegantemente fiorisce ; ma forse le manca talora la forza. Per questo, la cabaletta della sua cavatina : Su, coraggio, che molta ne domanda, e il bolero* che richiede assai brio, non fecero tutto il possibile effetto, quantunque ella ne fosse vivamente applaudita. Nessuna parte stette meglio al Pancani, quanto questa d’ Enrico. L’egregio cantante, la cui principale virtù consiste nella bellissima voce, trova e ne’ due duetti colla donna e in quelli col baritono parecchie occasioni da farne tutto lo sfoggio, e meglio veramente non si può cantare. S’ egli s’ animasse un po’ più ; se accompagnasse alla nota 1’ azione ; se in fine sentisse ! Ben sente egli il Guicciardi, sente fin troppo, poiché per soverchio desiderio di scolpire il suono, esagera qualche fiata il tuon della voce, ingrossandola. Ma nessuno canterà mai più dolcemente quella superba melodia, già parecchie volte notata : Mentre contemplo quel volto amato ; senza contare gli altri luoghi meno spiccati. Il Guicciardi cadde sven-