39 l’insueto spettacolo, le soavità della musica sul nostro popolo sì potente, chiamarono in mare ed in terra uno straordinario concorso, strinsero intorno all’ armonico legno uno stormo di barche. Ed egli, splendidamente adorno, illuminato a palloncini, quali cilestri tirati a ghirlande, a festoni, quali in rosso di bragia, sorgenti in foggia di palme o gran mazzi di fiori, e facendo intorno corona a una bianca lumiera di non so quante faci, che dominava dall’ alto : egli, quel legno, co’ suoi screziati splendori, allo scoppiare continuo de’ razzi e de’ chiarori bengalici, produceva nelle ombre 1’ effetto più pittoresco. L’ opera del remo era sospesa ; il flusso benigno soavemente da sè cullava, e spingeva le barche ; e quel mobile suolo, com’ uno fosse ed unito, di conserva, nella medesima spinta, movevasi : si sarebbe detto il re del Canale, che dietro si strascinasse il suo manto. Così si corse, o piuttosto misurossi presso che tutto quel grande spazio, consolando questa e quella riva, de’ più dolci concenti, e meglio eseguiti. Non si potrebbe dire l’incanto destato dalla barcaruola della Giovanna di (riisman, ripercossa dalla volta del sommo ponte,