161 teatro d’ opera seria, raccolse 1’ eredità della Fenice, pare averne ereditate eziandio le disgrazie. F/ si produsse col Nabucco ; ed ecco, dopo la prima sera, s’ ammala Abigaille nella persona della gentile Gordosa, e la seconda rappresentazione è protratta a giovedì. La Gordosa montò anzi la scena con in dosso la febbre, e non potè quindi nè meno mostrarsi nella piena sua luce ; avvegnaché, col buon volere e il coraggio, è bensì dato superare il male, ma non domarne egualmente gli effetti. 11 pubblico ciò non per tanto seppe in lei riconoscere non pochi pregi : una voce fresca, forte ed estesa, un’ azione animata, animata talora fin troppo, se in quella sera non era forse un sintomo febbrile, e vivamente 1’ applaudì, la chiamò per insino a tre volte dopo la grand’ aria della seconda parte, la festeggiò nel famoso duetto della terza, la gemma più fulgida dello spartito. Ben è vero che in quelli) non fu sola a cogliere la palma, e n’ ebbe anzi il Bencich la maggiore ; il Bendeh che noi conoscemmo alla Fenice, dove lasciò le più belle memorie nel Trovatore, sì eh’ altri venne meno al confronto. Nel personaggio di Nabucco egli è il medesimo attore ; in lui si XII. 11