104 donna e il tenore, se 1’ allegro, come pure il terzettino che segue, non cadessero nella categoria di quegli strambi motivi, che potranno piacere a Parigi, ma che fecero ridere a Venezia. In quell’ allegro, il linguaggio d’ amore, la gara de’ più sublimi sentimenti di due amanti, sono espressi nello stile saltellante d’una tarantella. Sarà bello, sarà nuovo, ma certo mancano la convenienza e il buon gusto. I pezzi d’insieme, son tutti, come sopra notammo, egregiamente lavorati, se forse in taluno il numero non soverchia la frase ed il canto. Il finale dell’ atto quinto comincia con un assai vago settimino a canone, ma dà poi in una fuga romorosa e in un trio, cantato in principalità dalla donna e dal tenore, che non fanno grand’ effetto. In genere, tutti gli atti terminano freddi e fiaccamente. 11 giudizio delle persone sull’ opera fa però meno severo la seconda che la prima rappresentazione : v’ ebbe un progresso di favore, e per niente non ci sorprenderemmo che, deposti i rigori e le esigenze che paiono quasi carattere speciale della sera di Santo Stefano, l’opera, in virtù delle citate bellezze, terminasse a piacere. Sono cose che si sono vedute in teatro.