295 fa la storia di questo Simon Boccanegva : voi sapete chi è, che cosa ha fatto, come visse e morì, non ci occorre dunque parlar del soggetto. Il libretto ci aggiunse soltanto una figlia, che il Boccanegra ebbe da certi suoi amori contrastati e clandestini con una Fie-sclìi ; eh’ egli smarrì bambina e che poi riscontra e riconosce nel tempo, in cui il dramma si finge ; eh’ è amata del pari da un Gabriele Adorno e da un Paolo Albiani, popolano rifatto, e che il padre concede in isposa al primo, pel motivo plausibilissimo, ma non sempre da’ padri compreso, eh’ egli è da lei preferito, e benché suo nemico, mentre 1’ altro è suo fautore e seguace. Di che segue che costui si mette contro il doge co’ Guelfi, e questo non gli riuscendo, te gli dà un beverino e finisce la storia, o meglio, la favola. Fuor di questo traditore, eh’ è un vero marrano, tutti gli altri compongono una società di genti compite, docili, pieghevoli, che non conservan rancore : il doge perdona a’ congiurati, i congiurati perdonano al doge; Fie-sco giunge a pregar fin pace sulla sua tomba ; Amelia per obbedire al padre, appena trovato, dimentica quasi 1’ amor suo : tutti piegano,