214 forza d’ azione e di canto, massime quand’ ella impreca alla crudeltà de’ crociati. Quell’ ira, quel grande concitamento dell’ animo, non fu forse espresso con tutta 1’ efficacia dalla giovine Cliiaromonte, e la cabaletta di quell’ aria ne scomparve alquanto. Ma ella si rilevò nel duetto col tenore, che segue nell’ a'tto terzo ; il tenore le fece bonissimo riscontro ; e più grande fu ancora 1’ effetto della polacchetta del quarto, ov’ ella cantò con maestra perizia e precisione. Fra’ pezzi meglio gustati e applauditi, fu il terzetto, e il minor pregio non fu del Paglioni. L’ orchestra, retta dal Gallo, ed i cori fecero il loro dovere : solamente alcuni difficili notarono che in questa musica, abbastanza già rumorosa, non si osservò con grande scrupolo la legge de’ piani e de’ forti. Per verità c’ è da rimanerne storditi. Lo spartito è superbo, ma noi stiamo pel genere più umano e sano della Traviata. Quanto al ballo, Il Giocatore, e’ ci conviene alzare il registro : egli è tutto quel di bello e di grande che possa vedersi : la Fenice trasportata in parrocchia a S. Luca. L’ argomento si conosce e si conoscono gli attori. K’ sono presso che tutti coloro, che lo rap-