BALCANI i 9 i 2 - i 3 * * * Il Sultano Abd ul Hamid II ha soppresso la costituzione liberale del 1876, esercita un potere assoluto, teme la prosperità economica e le aspirazioni all’indipendenza degli armeni che in gran numero cadranno vittime di massacri sistematici (1894-1896). Le Potenze, inorridite, protestano ma sono discordi nel piano di un’azione comune, discordia che permette alla Porta di giocarsi dell’Europa intera. Ad una nota presentata dagli ambasciatori di Francia, Russia ed Inghilterra la Porta risponde colle solite vaghe promesse e promulgando uno dei soliti « iradé » di riforme che, come tutti i precedenti, resta lettera morta. Dal 1890 anche la situazione dell’isola di Creta, abitata per la maggior parte da greci e che si agita per unirsi alla Grecia, si fa seria. Verso l’isola dilaniata da lotte interne e travagliata dall’anarchia le Potenze mandano navi da guerra e sbarcano marinai: anche la Grecia fa altrettanto e si attira una dichiarazione di guerra da parte della Turchia (18 aprile 1897). L’dsercito greoo, numericamente inferiore, è facilmente liquidato a Pharsala e a Domokos. Le Potenze intervengono ed il 27 maggio impongono un armistizio: la Grecia, grazie all’appoggio delle Potenze protettrici, esce ancor bene dalla disgraziata impresa e perde pochi lembi di territorio, sebbene l’esercito avesse abbandonato tutta la Thessalia. La Turchia deve ritirare le sue truppe ed i suoi funzionari dall’isola di Creta — dimostrazione che non sempre le vittorie militari ottengono dei risultati positivi — e l’isola viene affidata al principe Giorgio, secondogenito del re, col titolo di «governatore generale». Giustamente è stato osservato che questa era una « annessione morale », in vista dell’annessione definitiva alla Grecia. * * # Anche in Macedonia viene maturando la crisi: su questa regione si appuntano le rivendicazioni della Bulgaria, della Serbia e della Grecia. La Macedonia è delimitata a settentrione dalle catene del Kara dag e 26