•245 un nostro dubbio : la critica non perde i suoi diritti nè pure al confronto dell’ arte sublime. In sul finire di quella scena medesima, quando 1’ animo di Mirra, dopo quello sfogo di dolore, nel pensiero della partenza e d’un men tristo avvenire, alquanto si rasserena, Ciniro si volge alla consorte : E tu, delce consorte, in pianto muta Ti stai A quel lieve tratto di coniugai tenerezza, Mirra è come colta da geloso dispetto, si ritrae di subito da loro, e impetuosamente s’ avvolge tutta nel manto. Sull’ opportunità di quell’ atto, noi ci facciamo appunto lecito di dubitare. È egli secondo lo spirito dell’ autore, il quale ebbe sì gran cura di nascondere 1’ arcano di quell’orrido amore, che, ove non fosse l’estrinseca notizia, e la fanciulla, come osserva, nel suo parere sulla tragedia, 1’ Alfieri medesimo, si chiamasse con altro nome, lo spettatore potrebbe, fino agli ultimi versi, sospettare qualunque altra cosa, fuori che il vero ? Con quel movimento ella scopre anzi tempo, a’ men sagaci, il secreto e rende vano 1’ artifizio dello scrittore. È egli quello spedieute secondo il carattere del personaggio ? Mirra è sì vergo-