219 si abbassa mai improvvisamente la voce. Ella è sempre colà sulla scena, infati^abil, vigilante al suo posto : fa paura al male. L’ Echeverria, come per ordinario i bassi in tutte le opere, non ha questa gran parte : ei n’ ha però tanta nell’ aria dell’ introduzione, in quella dell’ atto secondo, nell’ ultima preghiera, e in genere in tutti i pezzi concertati, da apparire quel gran maestro eh’ egli è. Diffìcilmente può trovarsi in uu basso voce più pastosa e sonora, e chi come lui peritamente la maneggi. Anche 1’ azione al canto risponde, benché nel dramma abbia scarsa occasione d’adoperarla, e quel buon sacerdote non si mostri che solo in una situazione, la situazione d’ un uomo in collera. 11 tenore, nel Nabucco, è personaggio affatto secondario, come la Fenena. Quegli è un tale signor Poggioli, cantante che non ab-biam prima inteso, ed il quale, se non ha atto « presenza molto drammatica, certo possiede bellissima voce, eh’ egli svolge con grandissima facilità, se non sempre con egual magistero. La Fenena è conosciuta : eli’ è la Zani-Ghc-rardi, che cantava già, come figliuolo di Teli, nell’ opera di questo nome alla Fenice, ed ebbe