20 girne V indolenza, che le si è qua,sì connaturala : basta clic nessuno uè meno si cura di osservare il grand’ atto finale del sole, com’ ei poeticamente chiama il tramonto. In somma a Venezia non si fa nulla, non si pensa a nulla, o si pensa solo a darsi bel tempo, lo ripete. E queste cose ei le narra, quando calde, sto per dire, sono ancora le ceneri di Luigi Carrer e di Bartolommeo Gamba : quando a Venezia vive Teresa Albarelli-Vordoni ; quando ci vivono e scrivono e stampano Emanuele Cicogna, Giuseppe Bianchetti, Pietro Selvatico, Agostino Sagredo, e il Venanzio, e il Bizio, e il Lazari, e il professore Filippi, il più gran latinista di queste Provincie, e di cui non ha pari certo la sua Milano, per tacere di altri ingegni, non meno valenti. Le narra, quando a smentirlo, e ad attestare la cultura ed operosità veneziana, Samuele Romanin può additare la sua Storia documentata di Venezia, altamente lodata dal Crepuscolo, e da’ più difficili e severi critici della Germania ; il Caffi, la sua Storia della musica sacra nella Cappella di S. Marco ; il Cappelletti, un’ altra Storia di Venezia, e il