79 tutti hanno il medesimo pregio. La parte melodica, l’inventiva, non è sì ricca e abbondante come 1’ altra : ci sono bellezze, è vero, di pri-m’ordine ; ma, in cinque lunghi atti, si contano, ed altre conviene cercarle: alcune non sono nè men primigenie, derivano ; e se ne conoscono troppo chiaramente le fonti. Detto così in generale dell’ opera, come sentiamo, e come dall’ universale si sente, scendiamo a’ particolari : ne avremmo da empiere il foglio, se pure e’ bastasse. Qui tutto è nuovo fino all’ ordine dell’ orchestra : il Mares discese dall’ alto dell’ antico suo scanno, si mise modestamente in riga cogli altri violini, e sottentrò a governar quella, col baston del comando, il maestro concertatore, Bosoiù. Il inondo del continuo si trasforma e rimuta, e nessuno, in orchestra, è del suo seggio sicuro. Per quanto si parli male de’ nostri libretti per musica, il Profeta, sia detto con tutta riverenza allo Scribe, non è certo un capolavoro. Egli immaginò un personaggio assai strano : un profeta senza entusiasmo, senza vocazion, senza fede. Giovanni di Leida è un buon galantuomo, che vive contento nella sua birreria, diviso soltanto tra gli affetti virtuosi