129 Parliamo piuttosto dell’ unica gioia della stagione : parliamo della Plunkett. Ieri sera si diede, non la somma intera, ma un rotto del ballo, e il Borri e quel genio aereo, che si chiama appunto la Plunkett, vi danzarono un nuovo passo a due. L’ adagio, quello che chiamano le posizioni, è tutto quello che di bello, d’ideale ed insieme d’ onesto uom possa immaginare. Ora è l’atto della preghiera, e sì gentile e composta, che non so qual avverso nume non se ne sentirebbe commosso ; ora 1’ atto esprime 1’ abbandono, 1’ affetto, l’ispirazione, e quando que’ grandi occhi, e quelle braccia in alto si levano, si dimenticano i vezzi della persona per contemplare soltanto l’efficace rappresentazion della idea. Così intendiamo e così 1’ arte ella intende. A questa signifìcazion dell’ adagio s’improntano le sue variazioni. La finitezza, il metro volubile de’ suoi passi, que’ balzi Sì equilibrati e sì variamente e graziosamente atteggiati, non si descrivono. La Plunkett è la poesia della danza, la danza non voluttuosa, ma pudica e che v’ infonde non so qual ineffabile senso di letizia. Ed ella trovò nel Borri un degno compagno, che ha pochi o nessun rivale, e fa anch’ egli nobilissimi XII. 9