303 quel funebre concerto- di voci e di suoni, ti lacera il cuore, ingombra di terrore la scena. L’ arte sorpassa quasi sè stessa, la finzione va fin troppo al vero vicina. Il maestro, finito lo spettacolo, per due volte la seconda sera raccolse sul palco la corona del pubblico suffragio. Della Bendazzi già a suo luogo dicemmo : tutti gli altri attori, il Negrini, il Gi-mldoni, V Echeverrici, sostennero egualmente 1’ opera coll’ usato loro valore, ed ella è messa, come di consueto, splendidamente in iscena. Onorando 1’ opinione di tutti, e poiché quella del pubblico non è in questa occasione chiara abbastanza, abbiamo detto sul lavoro del Verdi Uberamente la nostra, anche perchè fondata sul voto delle più competenti persone, che tutte s’ accordano a levarne a cielo, massime la fattura. Non nascondiamo però che tutti non sono del nostro avviso, e che il Verdi, o almen la sua opera, ha non pochi avversarli ; ma, per onore del nostro gentile paese, dobbiamo pur dichiarare che certi segni di sfavore, troppo eloquenti ed aperti, non mossero da labbro veneziano. Fu una importazione di fuori. Il pubblico di Venezia è umano, in-