131 chi dice che in questa scarseggia 1’ estro, l’immaginazione, non pone ben mente all’ indole sua. L’ estro, come altrove, sfavillaci : la musa non si nascose ; solo s’ acconciò alquanto alla foggia straniera per meglio rivelarsi ed essere dallo straniero compresa : ma ella splende in tutta la suà fresca e primitiva bellezza. Alcuni tratti possono più o meno piacere, ma in tutti eguale si manifesta la potenza del grande ingegno. Stretti dal tempo, e non sicuri d’ aver tutti rapiti al maestro i secreti, ci contenteremo oggi di notare soltanto, senza prenderli ad esame, i tratti che più furon graditi, e sono : la sinfonia, in cui ingegnosamente si accennano i più bei motivi dell’ opera ; la cavatina della donna, quantunque da lei si fosse maggior forza desiderato ; il duetto tra baritono e tenore del primo, e la barcarola a coro cantata, nel finale del second’ atto. Essa avrebbe fatto ancora più grand’ effetto, se più vivo fosse il contrasto de’ bassi, i quali relativamente sono in numero troppo scarso. Un secondo duetto tra tenore e baritono, che levò tutt’ affatto il teatro a rumore, e il cui principale motivo è già toccato nella sinfonia; il