139 Certo, per giudicare delle intime ragioni d’ un’ arte, ci vuole un perito nell’ arte ; per sentirne le bellezze, basta un po’ di mente, di cuore, e, nella musica, anche un tantino d’ orecchio ; basta saper comparare ; in diverso modo le arti sarebbero fatte pe’ soli artisti, e d’assai si restrignerebbe il lor regno. Quando una musica m’ agita, mi commuove, mi scuote, quand’ ella mi fa pensare più che la morta o scipita parola del libro, e la nota si sostituisce alla idea o la fa nascere, io non dubiterò di chiamare bella, potente quella musica, qualunque .opinione altri ne porti o ne strepiti. Tale è il caso di questa, voglia o non voglia, superba Giovanna. Il Verdi adoperò, è vero, in tale spartito alcune forme insolite e un po’ ardite, come nel quartetto dell’ atto primo, pieno d’intrecci di voci e di modulazioni difficili ; altrove, preso di certe sue efficaci espressioni melodiche, e’ ripetè forse qualche frase significativa della Traviata e del Trovatore ; ma converrebbe non aver anima o senso a non rilevare la varietà, la ricchezza, 1’ eloquenza della sua istrumentazione, il brio, la vaghezza di molti motivi. Cominciamo dalla sinfonia. In essa si