216 lera, meno dell’amore potente, si fa scudo contro l’ira paterna, è magnificamente espressa dall’ attrice, che a tutti gli altri vantaggi quello pure raccoglie della più dignitosa persona. Uno de’ pregi, forse non avvertito, di questa bella composizione è il filosofico pensiero dell’ autore, il quale, tra le guaste e bizzarre immagini, che sconvolgon la mente di quello sciaurato nel sogno, fa sempre apparire l’immagine affettuosa e salvatrice della consorte, quasi a dirne che quegli è bensì colpevole, ma non malvagio, eh’ ogni senso di virtù in quel cuor non è morto, preparando così e rendendo probabile per via dell’ affetto il pentimento. E perchè nulla manchi al ballo, 1’ Orsini e il Martinelli ci si producono con un vago passo a due, da questo ideato, indi con un terzetto, in cui s’accompagna con loro la Fornasari. L’ Orsini è una graziosa ballerina; ella ha brio, leggierezza, misura e fa leggiadrissimi passi. Le vien dietro il compagno, e la Fornasari fa anch’ ella più che non si sarebbe aspettato. Ella avanzò grado ; di seconda, passò prima ballerina, e tiene con onore il suo posto.