110 che esasperare la piaga e non rimediano a nulla. Diremo, dunque, cosi nel generale, che l’opera, accolta dapprima assai freddamente, passò di mano in mano per tutti gli stadii della pubblica disapprovazione, fino a far ridere le persone, ne’ momenti di maggiore passione ; qual è il famoso duetto tra il soprano e il baritono della quarta parte, uno de’ più splendidi luoghi di questo splendidissimo spartito, e che in altri tempi, qui medesimo, produceva tanta commozione e sì vivace entusiasmo. Nella quale diversità d’effetto, non entra però per nulla, ci affrettiamo di dichiararlo, la donna. È merito tutto dell’ uomo. Da questa universale disgrazia non si salvò compiutamente se non Azucena, la Borgognoni. Ella è una graziosa e giovine cantante, la quale, se non possiede gran voce nelle note basse, come mezzosoprano eh’eli’è, ha nul-lameno bellissimi acuti, e cantò con garbo, e in ispecie con gran sentimento, e il racconto della parte seconda, e, per parte sua, il duetto della terza, e l’aria con pertichino della quarta, festeggiata per tutto dagli applausi. E questa è pura storia.