138 carcere, dannati a morte, inessi in cappella ; loro si canta fino un Deprof ’undis anticipato ; se non che per loro intercede quel buon figliuolo, e alla condizione, eh’ è detta di sopra, Vasconcello ad essi fa grazia. Ma Pinto non depone le ire ; uscito pel buco della chiave da un primo cimento, si mette al secondo, e medita una nuova sorpresa. Quanto a Giovanna, le belle sono di cuor più arrendevole, ed ella, dimenticando per un istante la patria, consente d’imparentarsi co’ suoi oppressori, dando appunto la mano di sposa ad Enrico. Pinto, che di lei non sospetta e come sè ferma la crede, 1’ avvisa che la campana, che sonerà a festa per le sue nozze, sarà il segnai della strage degli Spagnuoli. L’infelice, che in quella pensa più al marito, che al Portogallo, se ne spaventa, vorrebbe ritrarre le nozze ; ma il dado è gittato, non si torna più indietro, suonali le squille, e, come fu già notato, cominciano i Vesperi quando finisce 1’ azione. Quale ella sia, la favola presenta almeno un gran campo al maestro : feste, allegrezze, 1’ agitazione, il popolare tumulto ; odii, amori, disperazione, vendetta, ed egli ben ne seppe trarre tutto il profitto.