288 XLVII. Bullettino degli spettacoli della stagione. — Gran Teatro la Fenice. — Bianchi e Negri, azione storico-allegorica di G. Rota (*). Il ballo del Rota è come 1’ eternità : non ha epoche, precede e compie i secoli. Comincia col caos e termina colla futura indipendenza de’ negri, a quel che pare un po’ ancora lontana. Dalla creazione del mondo, col salto più spaventoso, si passa ad una festa del console inglese a Washington ; e per verità, quando si veggono balli di quella specie e il mara-viglioso splendore d’immaginazione, che quelle contraddanze presentano, non è stranezza che non si possa perdonare al Rota : gli si consente d’inventare la Genesi, si lascia eh’ ei fabbrichi il mondo. Rimane però eh’ egli abusa enormemente della facoltà concessa a’ poeti, a’ pittori, e per analogia, anche e più a’ coreografi ; e quella mistione eh’ ei fa dell’ alle- (') Gazzetta del 5 marzo 1857.