322 prietà. Alcune parole, poche però, nel dialogo in ispecie col libraio, non sarebbero nè meno d’ una certa sociale finezza, e dovrebbero torsi. Fra’ detti sentenziosi, che fecer fortuna, e ne furon parecchi, e più ancora la prima sera, poiché il dramma ebbe più rappresentazioni, si notò l’ingegnosa applicazione del motto dell’ asso di spade : Non ti fidar di me, se il cor ti manca, rivolto ad uno spadaccino bravaccio. In somma, c’ è brio, forza comica nel dialogo, come pure, a suo luogo, affetto e calore. Al Famiri e al Salmini ho voluto dir tutto intero, e senza fregi, 1’ animo mio. Avrei temuto d’ offenderli, nascondendo loro il vero, o ciò che a me sembra il vero, e adulandoli. Io fo di loro tropp’ alta stima : le sole nullità son permalose e s’adontano d’ una critica leale e sincera. La recitazione fu ottimamente sostenuta dagli attori, massime dal Rossi nella parte principale, dal Gattinelli e dalla Job, in quelle del Baretti e della Du Boccage. Il Rossi Rocchi fu veramente perfetto per imitazione e per arte nel personaggio del Parini, come nella De Martini non poteva desiderarsi una Lena per ogni conto più amabile.