TRENTA OTTOBRE (via), già via della Caserma, da piazza Oberdan al largo Sant’Antonio. XXX OTTOBRE 1918. — 11 N. 1 del giornale « La Nazione », giornale febbrilmente creato in quei giorni fatidici — un comitato, Benco, Cesari, Arch, Samaia, Ravasini, allargato sotto la presidenza dell’on. Gasser, come quello del « Fascio nazionale » presieduto da quella angelica figura di patriotta del Podestà, che cessava le sue funzioni il 24 Maggio 1915 quale ultimo Podestà sotto l’odiato dominio austriaco, e primo Sindaco dopo il 4 Novembre 1918, avvocato Alfonso Valerio, presero le disposizioni per fondare il giornale, per orientare l’opinione pubblica sviata da una pessima e prezzolata stampa, ed il Comitato per stabilire una autorità cittadina, da sostituirsi al malgoverno degli I. R. Commissari e Luogo-tenenti austriaci, che stavano fuggendo verso l’interno e per quelle strade che sempre gli antichi barbari percorrevano scendendo nella nostra bella Italia — così scriveva : « E’ l'ora più grande e più bella della storia di Trieste. Il destino si compie. Su la Torre di piazza, issato dai cittadini, sventola il Tricolore. La libertà ride nei volti, esulta nei canti della Patria, mentre le insegne del potere caduto s'abbattono e passa maestosa l’onda dei vessilli per cui è dolce anche morire. La data del 30 Ottobre rimarrà nella storia di Trieste la più bella, e con giusto orgoglio la Giunta municipale volle dare questo nome a quella Via che prima chiamavasi della Caserma. TRENTO (via) La via che chiamavasi dei Carradori, dopo la redenzione ebbe il nome della città consorella che tanto sofferse sotto l’odiato governo austriaco. La società irredentistica che aveva tanto saputo interessare l’Italia tutta col nome di « Trento-Trieste », aveva creato quasi la credenza che fossero vicinissime; un sotto-tenente triestino che, dopo aver combattuto ai confini, era stato allontanato dopo i casi Battisti e Filzi, trovossi in Cirenaica ai 3 novembre e con gesto bellissimo quel comando chiamò ad annunciarsi gli irredenti per rimandarli nelle tere natie, ed egli potè tosto partire; un suo subalterno gli disse : « Poiché va a Trieste mi fa un favore passando per Trento ecc. », e restò meravigliato apprendendo che vi erano centinaia di chilometri di distanza dalle due città martiri dell’Austria, la quale, tutto intedescando, aveva soltanto convertito una « n » in una « s » per assomigliare le due figliastre : « Trient » e « Triest » ! 191