RENA NUOVA, è detta quella parte dietro il Castello che va verso San Giacomo in Monte. Anzi nella Guida del Coletti è notato « Sobborgo di Rena nuova ». Puramente per indicare una distret-tuazione, non già che vi sia stata un’arena, sebbene nelle parti di Ponziana, secondo l’Ireneo della Croce, possa essere stato eretto qualche sontuoso edifìcio dalla famiglia romana dei Ponzano. Notisi che nel 1840 s’indicava borgo Giuseppino, borgo Fran-ceschino, Città nuova o Teresiana, e Città vecchia. La nuova coi due borghi è piana, la vecchia, nella maggior parte, elevata. Le contrade territoriali col sobborgo di Rena nuova sono in collina ed i villaggi, sull’altipiano. RETTORI (via dei), già via di Piazza vecchia, da via Malcanton a Piazza vecchia. Questo cambiamento venne fatto nel 1901, e ciò per ricordare una delle antiche gerarchie del Comune, notate negli antichi statuti, quali oratori e procuratori. Lo storico Caprin, scrivendo dello Statuto del 1300: I giudici, che in assenza del Podestà diventavano rettori. REVERE GIUSEPPE (via), da via Tagliapietra. Nato a Trieste il 12 Settembre 1812, morto a Roma il 22 Novembre 1889. Patriotta, poeta, cospiratore, soffrì carcere ed esilio per la causa Italiana. Collaborò con Mazzini nell’« Italia del Popolo », scrisse nella « Favilla » e nell’ « Indicatore Lombardo ». Frequentò a Milano il salotto della Contessa Maffei; a Torino collaborò nel giornale « La Concordia ». Nell’anno 1848 fu a Milano e Venezia. Notevoli fra le sue opere : « Lorenzino de Medici », « Marine e Paesi», «Bozzetti Alpini», «Sdegni ed effetti». Già il 19 Marzo 1919 la sua città natale lo onorò dando il suo nome a questa contrada. (Vedi : Anita Tavolara, G. R. Arch. Tr. XXXIX della raccolta, Trieste 1924). REVOLTELLA PASQUALE (via), da Settefontane, traversa Rozzol e Chiadino. Nato a Venezia, venne a stabilirsi qui e si creò una cospicua fortuna. Morì il 6 Settembre 1869 e lasciò la sua sostanza al Comune : il palazzo in piazza Venezia (fra le vie Sanità e Lazzaretto vecchio), la Villa sull’alto del Farneto ed un capitale che per quell’epoca era cospicuo. Il palazzo, ora sede del Museo d’arte, fu 152