Il nome però prima era di San Lorenzo, per una chiesa esistente sino al XIV secolo, più verso il Castello. Della chiesetta di S. Vito vi è memoria in un documento del 27 Ottobre 1382, per il pagamento fatto ad un operaio che riparò il tetto della chiesa. In una « Descrizione dell’Istria» del Manzulli, parrebbe che la più antica Tergeste fosse proprio lì. L’ Ireneo della Croce, (Manarutta), 1625-1713, nel voi. I, libr. II, pag. 310, deplora che si perdettero le memorie di quelle antichità tanto interessanti. Pare che il posto della famosa statua equestre di Fabio Severo fosse stata anche nei pressi di S. Vito. Certo è che l’Ireneo cita alcuni marmi pregevoli colà trovatisi. Venendo a epoca più moderna, diremo che la chiesetta tro-vavasi dove nell’anno 1627 si costruì il fortino: veramente è notato anche l'anno 1616 ma è probabile che questa sia la data del deliberato, e l'altra quando il forte fu compiuto, forte che barbaramente veniva indicato « Sanza » (vedi salita al Promontorio, già via della Sanza); anzi pare che quello incominciato nel 1616 fosse stato abbandonato e costruito poi nell’anno 1627 un altro. Una lapide, scritta in tedesco, rammentava un tenente del reggimento crociato dei confini, morto sotto quel forte l’anno 1813. Finalmente, il 4 Settembre 1882, venne levato il divieto di fabbrica nel raggio del fortino, e cosi presero maggior sviluppo le costruzioni su quel bellissimo colle. Poi venne definitivamente demolito. Nell’anno 1327 i Veneziani avevano lì stabilito un ufficio per le gabelle. Ma quanti ricordi dei colle di San Vito, in quel gioiello dei <( Nostri Nonni » del Caprini Vi si trovano i nomi di Lord Byron, Carlo Nodier, l’autore del famoso romanzo «Giovanni Sbogar», l'ammiraglio Nelson, Lady Hamilton, Napoleone I a Trieste, la Casa delle Bombe, Hepbourne, donna Catrarro, gli ostaggi, tutta una storia del mondo, nella nostra piccola Trieste del 1800, e quella piccola lapide prima ricordata rammenta il 1813. VITO (galleria di San), è la seconda, che va da via Bernini alla via Bartolomeo D’Alviano; si chiama così perchè passa sotto il colle di tal nome. VITTORIA ALESSANDRO (via), ha nome la prolungazione di via Madonnina, in memoria di quest'allievo del Sansovino, nato a Trento l’anno 1525, e che fu, oltre scultore e architetto, distinto fonditore, plastico e cesellatore. 204