Sia che tingesse i saponi in rosso o in verde, è certo che non dovevano essere dannosi alla cute. Tutti quei terreni erano proprietà del Chiozza. EREMO (via dell’), da via Rossetti al bosco del Farneto, (Cacciatore). Eremo, abitazione solitaria in luogo deserto. Nei documenti pubblicati dal Cavalli, è cenno d’un eremita, ma nei pressi di Ro-iano, e di uno, di San Marco fra Leonardo, a cui in un testamento è lasciato 3 marche di soldi, ma senza indicazione della contrada. ERMACORA (via Sant’), da via Montorsino alla Chiesa di Roiano; in passato detta « dei dodici moreri ». La Chiesa fu incominciata l’anno 1858 e finita l’anno 1862. Nella Storia cronografica dello Scussa leggesi : anno 1312. Il vescovo Rodulfo (Rodolfo Morandino) di Trieste, il 5 Giugno 1312 consacrò l’altare (l’altare nella Cattedrale) de’ Santi Ermacora e Fortunato, che è quello oggidì detto « della pietà » dove riposa il Sacro corpo di San Lazzaro diacono, martire di Trieste. La via è nei pressi della Chiesa di Roiano, che è parrocchia di Sant’Ermacora. ERTA (già via), ora Caprin; da via Molin a Vento a via S. Giacomo in monte. E’ forse la più ripida via della città. EUFEMIA (andrena Sant’), prima androna in Salita Promontorio. Nelle antiche cronache : Al 13 Novembre dell’anno 255 Santa Eufemia e Santa Tecla patirono il martirio nella nostra città. Il nome è dato soltanto l’anno 1873. F FABBRI (via dei), da piazza Cornelia Romana. Un regolamento del Comune dell’anno 1838, regolava le officine da fabbro-ferraio, e colà ne vennero costruite alcune con dette norme; da ciò il nome. FABBRICA (via della), da Settefontane alla Tesa. Ivi esisteva una distilleria per la pece, e da ciò il nome. In dialetto pegola e così l’uso di chiamare quella contrada la Pegolota. In dialetto, « aver pegola », significa aver contrarietà nei propri intenti, lo stesso come in dialetto dicesi aver scalogna per aver iettatura. 61