Pietro Coppo, e del Golfo di Trieste « qual contiene quel seno del mare dal castel di Duino sino alla punta di Salvore », e dopo altre divagazioni : «Ha belli casamenti e dentro adornati, e la gente 'e di bello aspetto. Amano li forestieri ed i virtuosi, sono amorevoli e gentili, molto accostumati, liberalissimi, anzi prodighi nel convitare e banchettare. Non vi è forestiero che voglia fermarvisi il quale non trovi occasione di moglie, essendo questa città numerosa di questo sesso, e queste sono belle rosse e bianche, e partecipano del tedesco, anzi per lo più a quella guisa vestono, ed esse donne facilmente ingrassano, e sono feconde ed oneste ». (Meno il neo delle vesti e del tipo tedesco, tutto il resto è un bellissimo elogio delle triestine di 300 anni addietro).
                  Dopo aver citato molti nomi di famiglie, di conventi, alle chiese, al commercio ecc., scrive : « Vi sono nella città alcune antichità oltre li vestigii del teatro. Vi è una porta di marmo molto antica, chiamata la porta di re Carlo, la quale è vicina alla fabbrica nuova dei Padri Gesuiti ». Quindi è quella che per corruzione dialettale è diventata « l’arco di Riccardo », e poi ancora : « La lingua di questi abitanti è forlana corotta ».
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UDINE (via), già via Belvedere, da via Commerciale a Salita di Gretta.
                 Dopo la redenzione, s’è voluto ricordare la cara città che tanto contribuì a mantenere sempre vivo l’irredentismo, per i continui contatti, di quella patriótica popolazione, con l’irredentismo triestino. Ogni anno, per la festa dello Statuto, molti si recavano colà per assistere con commozione alla rivista militare. E quante riunioni segrete si tenevano in tutte le occasioni, per cospirare contro l’Austria !
¡UNITA' (piazza dell’), già piazza Grande, e prima S. Pietro. Totalmente di altro aspetto, la piazza comprendeva soltanto quella parte interna che il piccolo porto, o mandracchio occupava la parte verso il mare ; il nome di piazza S. Pietro proveniva dalla chiesa costruita nell’anno 1367 per legato di Pietro Onorati, edificata dal figlio Bartolomeo, su terreno ceduto dal Comune, e che era prima occupato dal macello. Questa chiesa venne demolita nel 1871.
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