La parte verso il mare era chiusa, e vi si trovavano le Carceri, il Teatro vecchio, la Torre dell’Orologio e la Locanda Grande, nonché due case di proprietà privata; veniva quindi la piazza dello Squero vecchio. Vicino alla Chiesa di S. Pietro vi era un’altra dedicata a S. Rocco, edificata nel 1602 per la cessazione della peste. Anticamente, ancora più rientrava il mare, poiché quando nel 1690 veniva ricostruita una casa di proprietà Piccardi, circa dove è ora il palazzo Pitteri, si trovarono resti di un molo, che doveva essere dell’epoca romana. La Torre dell’Orologio, ch’ebbe anche il nome di Torre del Mandracchio e del Porto, veniva costruita nel 1295. Il palazzo o casa del Comune, era tra la casa delle Assicurazioni Generali e il palazzo Pitteri, e probabilmente costruito nell’anno 1252, perchè è da quell’epoca che la città s’era resa indipendente da! dominio dei Vescovi, e di quell’epoca sono gli statuti del Comune di Trieste. Incerta la data anche nella storia dei Patrizi, del Kandler, che scrive : « il palazzo incomincia con l’autonomia del Comune...». Sulla Torre dell’Orologio, vi erano due mori che automatica-mente battevano le ore, e tre campane, delle quali una suonava soltanto in caso di qualche esecuzione capitale, l’altra, detta dell'ar-rengo, quando si leggeva una sentenza superiore ai 5 anni di carcere, la terza, per uffici civili, fra altro per l’ora di chiusura dei locali pubblici. Al Mandracchio si trovava una batteria di 20 cannoni. La fontana, dell’architetto Mazzoleni, è dell’anno 1751, all’epoca di Nicolò Hamilton; sulla sommità, una figura simboleggia la fama che sparge pel mondo la novella della formazione deU’emporio mercè la franchigia del Porto franco. Le due iscrizioni sono dettate dal Bertoli d’Aquileja; una ricorda la fontana, l’altra ricorda che alla metà del secolo, per cura di Rodolfo de Coteck, presidente del pubblico erario, e dell’intendente al commercio Conte Hamilton, fu promosso l’incremento di Trieste, il rimboschimento, l’interramento delle saline, estesa la città nel rione di SS. Martiri. La colonna di pietra con Carlo VI è dell’anno 1728. Nei dialoghi del Mainati si trova che venne lavorata a Corgnale, e qui trasportata in tre giorni di lavoro da 70 uomini e 43 paia di buoi. L’iscrizione ricorda Carlo VI imperatore dei Romani e Re di Spagna, trionfatore contro i Turchi, e la sua visita a Trieste. La Chiesa di S. Pietro fu ristaurata nel 1500 a spese del Capitano Erasmo Brasca. 194