Durante la guerra, il monumento fu profanato dal Commissario austriaco, il quale volle porvi sullo zoccolo una targa in bronzo con una singola frase del Rossetti, levata non da uno dei tanti studi scritti dal Rossetti ma da un’opera teatrale, « 11 sogno di Corvo Bonomo » scritta dal Rossetti nel 1814, in un momento di reazione contro i francesi, che vollero creare un’ llliria, con capitale Lubiana, comprendente le nostre terre, e che secondo il Commissario voleva far credere che questi fosse stato un suddito fedele, non pensando alle condizioni in cui si trovava a quei tempi l’Italia nostra. Subito dopo la redenzione la targa fu levata. ROSSINI GIOACHINO (via), da corso Cavour a via S. Lazzaro. Prima chiamavasi via delle Poste vecchie, e la via Manna aveva il nome di Rossini; questo cambiamento di nomi fu fatto nel 1901. Gioachino Antonio Rossini, nato a Pesaro il 29 Ottobre 1792, morto a Passy (Francia) nel 1868 in una sua villa. Genio musicale, studiò a Bologna, ed esordì con la cantata per la morte d’Orfeo. Molte le sue opere, fra le quali « Il barbiere di Siviglia » ed altre che si rappresentano sempre, e sempre accolte con entusiasmo dal pubblico. Fu a Parigi, a Londra, a Vienna, ed ebbe onori veramente gloriosi. Nel 1887 le sue spoglie Ìurono solennemente trasportate, da Parigi, in Santa Croce di Firenze; a tale trasporto prese parte il triestino Barone Curro di Catania, padre dell’ora defunto Barone Rosario Curro, momento fissato in un quadro ad olio che il Currò ora legò al Comune. ROTA GIUSEPPE (via), da) 1919 ha nome la già via di Montuzza, da via Donota alla Cattedrale; questo è uno di quei nomi antichi della vecchia città. Il Rota fu per molti anni maestro della civica cappella di San Giusto, e buon musicista, nato l’anno 1833, morì il 28 Aprile 1911; nel giardino pubblico Muzio Tommasini vi è un busto in marmo, a ricordare il cittadino che assunse la direzione della musica sacra, dopo la morte del maestro Ricci, avvenuta alla fine dell’anno 1859. ROTONDA (via della), da Madonna del Mare a S. Michele. Deve il nome a una casa, costruita nel 1818, con una facciata di forma rotonda, caratteristica costruzione dell’ architetto Matteo Pertsch, detta comunemente rotonda dei Panzera, perchè fatta costruire da uno di questa famiglia. 162