pasticcetti, poiché il mondo elegante nei pomeriggi andava a gustarli. Venne poi cambiato in « pancogole » per indicare le venditrici di pane.
        In una domanda del 1430, rivolta da un oste al Comune si trova: «Tristano de Bistriga, hostiero, cittadino di Trieste, chiede di poter cuocere il pane a cadaun forno che a lui piaserà, obligándose de pagar ogni anno lire 12 di soldi al daziario del Comun, azò chel dito Tristan possa soplir a li merchadanti che vegnon a la soa hostería. Di questo ho gran bisogno, perchè non posso maj haver bon pan sasonado nè ben cotto, e questo per via delle pancogole che voion haver sempre lo forno a so posta ».
        Così il Cavalli, a pag. 393 di «Trieste nel 1400», e quindi anche cinque secoli fa, si lagnavano che il pane non era ben cotto.
PANE (via del), da via delle Beccherie a via Malcanton ed anche andrena, che però ha un sottoportico sortendo a Malcanton.
        Così è scritto nella guida del 1840 : Anticamente era questo il luogo in cui le nostre Servolane portavano al mercato giornaliero il pane.
         L’industria delle servolane è molto antica, e la specialità « bighe de ¡Servóla » può essere di derivazione veneta, perchè il « pane di Piave » che assomiglia alla « biga di Servóla » è chiamato in qualche luogo del Veneto « bigarani », che poi è quasi uguale alle cacchietelle che si fanno in Toscana, a piccia, più pani attaccati assieme.
PANE BIANCO (via del), ha nome una via di Servóla, per indicare anche lì, l’industria speciale delle servolane, specialiste per le «bighe» e per i « salt’impanza ». Questi, ormai quasi dimenticati, erano dei panini dolci e conditi con olio, ad uso istriano.
PANORAMA (via del), ha nome una erta via di Scorcola, per la bella vista che da quel posto si gode.
PANZERA (via dei), ha nome una strada di Barcola, per ricordare l’antica famiglia di tal nome. (Vedi via della Rotonda).
PAPIRIANO (vedi Lucio).
PARCO DELLA RIMEMBRANZA. A ricordo dei caduti in guerra per la nostra redenzione venne inaugurato, sotto i bastioni del Castello, il giorno 24 Maggio 1926, il boschetto di giovani alberi, ognuno dei quali porta il nome di uno dei volontari che si sacrificarono perchè la patria abbia i suoi confini.
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