Trieste. Nello stesso anno il Comune fondò la scuola femminile di Città nuova (195 scolare), una femminile in via Madonna del Mare, e la Scuola triviale al ponte dei Gelmi ; questo trovavasi vicino il giardino pubblico, circa da via Rismondo a via Rossetti. («Tri-vialis », volgare, comune). La scuola triviale del ponte dei Gelmi passò in via Paduina, e nel 1868 in via Stadiòn, ora Battisti. Dopo il 1850 le scuole triviali furono aumentate di una classe, da due a tre, e le capo-scuole ebbero la IV classe. L’altra grande lotta della città, per l’insegnamento superiore in lingua italiana, cominciò nel 1861, quando il Consiglio nella seduta del 22 Aprile di quell’anno, in sede di Dieta provinciale, votava che al principio del nuovo anno scolastico, in tutte le scuole pubbliche venisse introdotto l’insegnamento nella nostra lingua, ma soltanto nel 1863, sopportando tutte le spese, il Comune potè aprire il Ginnasio. Oltre queste lotte fra Comune e Governo s’aggiunsero tutte quelle per le scuole slave del territorio. SCUSSA VINCENZO (via), da via Giulia a viale XX Settembre. L’aggiunta del nome Vincenzo è dell’anno 1901. Soltanto dopo il 1870 si scompartirono quei fondi, ed ancora nel 1873 la via Giulia aveva nome di « Strada carrozzabile al Boschetto ed al Cacciatore». Lo Scussa, nato qui il 6 Giugno 1620, morì il 13 Settembre 1702, la famiglia era di Muggia. Studiò alla scuola dei Gesuiti, unica forse in quell’epoca, e diretta dal P. Alessandro Posarelli; fu mandato poi a studiare a Padova, e qui ritornato, rimasto orfano, dovette allevare i fratelli minori; sposatosi e divenuto padre, perdette la moglie ed il figlio, e così soltanto a 46 anni entrò nel sacerdozio. Nominato cappellano presso le Monache benedettine e professore di filosofia, poi cancelliere del Vescovo Vaccano, e nel 1674 canonico della Cattedrale. Ebbe il merito d’aver raccolto molti dati storici della città, chè altrimenti (nell’incendio del 1690 che distrusse, assieme al palazzo Comunale, si perdettero memorie e documenti di storia patria), nessun altro dato s’avrebbe avuto; ciò è riconosciuto anche da Ireneo della Croce. Scrisse le cronache ed alcuni versi in latino ed una descrizione della Diocesi triestina. 171