ladini fare un'illuminazione per l’occupazione di Roma, sorgono disordini: si fanno alcuni arresti; vi sono due feriti.
        Pagina 53. La Gazzetta Ufficiale pubblica il telegramma dei triestini plaudenti la presa di Roma.
        Da antichi documenti risulta che l’antico acquedotto romano, da Monte Spaccato, attraversava S. Giovanni di Guardielia ed arrivava sino all’Arena, e che fu distrutto nel VI secolo dai Longobardi e riattato nel 1751 da una sorgente di S. Giovanni. Gli alberi vennero piantati nel 1807 su consiglio di Domenico Rossetti.
       Il Politeama Rossetti venne inaugurato la sera del 27 Aprile 1878, con l’opera « Un ballo in maschera » del Verdi, e un inno scritto da Alberto Boccardi e musicato da Luigi Ricci junior.
         Progettante del teatro, l’Ing. Bruno di Genova.
         Il viale XX Settembre fu prolungato nell’anno 1872, e finiva li dove c’è il teatro; poi l’altro tratto nell’anno 1879. Lì vicino il Comune costruì nell’anno 1878 la Scuola Reale Superiore, sui piani dell’Ing. Boara.
VENTO (via del), da via Scalinata a via della Guardia, per la sua posizione sul colle di S. Giacomo, esposta al vento di greco-levante, o bora.
VERDI GIUSEPPE (piazza), già piazza del Teatro. (Naturalmente dopo il 23 Maggio 1915 il nome di Verdi fu sostituito con quello del Teatro, ripristinato quindi dopo il 4 Novembre 1918).
        Quando il dì 27 Gennaio 1901 giunse la notizia della morte di Giuseppe Verdi, spentosi a Milano, la Delegazione municipale deliberava, fra le altre onoranze, di dare il nome alla piazza del Teatro, quello di Giuseppe Verdi, ed al teatro quello di Teatro comunale Giuseppe Verdi.
         Questo sovrano della musica nacque a Roncole, piccola frazione del comune di Busseto, l’anno 1813.
         Oltre al grande fascino musicale, fu vero segnacolo d’italianità e di patriotismo, e specialmente qui, durante il nostro servaggio, quante dimostrazioni politiche si poterono sviluppare dalla Sua musica! Il coro del «Nabucco», la musica e le parole dell’« Er-nani », quelle di Cara patria, già madre e regina nell’« Attila », e quelle nel « Macbeth », La patria tradita, piangendo c’invita, tutto era per le terre non ancora redente, un fascino, un incitamento, una speranza, una gioia, nei tempi più tristi.
200