quei terreni furono poi venduti, ma la Chiesetta rimase sino al 1778, e l’ultima funzione, secondo il Generini, fu tenuta il 13 ottobre 1777. In questa via trovasi la casa detta « delle bisse » (biscia), per un emblema messovi sul portone dal proprietario nell’anno 1813 e che vorrebbe nel serpente simboleggiare Napoleone e nelle tre aquile la Russia, l’Austria e la Prussia; la palla aggiunta è per una palla che sparata dal Castello dai francesi, si sarebbe abbattuta sulla casa; veramente sarebbe più naturale che la palla provenisse dal mare, da dove le flotte inglese e russa tiravano sul presidio francese, come quelle del vicolo delle bombe. In un documento del Capitolo trovasi : 27 maggio 1436 un lascito in favore dei poveri dell’ospedale di San Lazzaro, situato fuori Porta di Riborgo. L’uitimo tratto di questa via, e cioè dalla Chiesa di S. Antonio alla piazza Cordarioli, aveva nome, ancora nel 1873, di via delle Torri, come ha ora il tratto dalla Chiesa alla piazza S. Giovanni, e ciò perchè la casa con le torri era il n. tav. 935, ora n. or. 19, anticamente di proprietà di certo Rajovica. LEGNA (già piazza delle), ora Goldoni; fu cambiato il nome nel 1902 (vedi Goldoni). Sino al 1820 dicevasi S. Lazzaro; dal maggio 1915 al novembre 1918 riebbe l’antico nome. Anche il teatro che allora esisteva, cambiò il nome da teatro Armonia a teatro Goldoni. Aveva tale nome perchè vi si teneva il mercato della legna; poi si convertì in mercato della frutta e verdure. Dopo l’incendio del teatro di Vienna avvenuto 1’ 8 dicembre 1881, il teatro Armonia era rimasto chiuso sino l’anno 1884. La via delle Legna, ebbe il nome di Giacinto Gallina, pure nel 1902. LEO (via dei), da via Conti a via Rossetti. E’ il nome di una delle antiche famiglie patrizie, e che nel 1625 fu insignita del baronato. Il primo di questa famiglia venuto a Trieste da Roma nel 1155 fu Giusto Pier Leo. Nel 1401 abitavano in Riborgo, e Zorobabele detto Roba, si trasferì in Cavana. Pare che l’origine sia dalla famiglia romana dei Pierleona. Un Geremia Leo comandava una centuria, che a proprie spese il Comune di Trieste inviò nel 1605 a combattere contro i turchi. Un Antonio Leo riconciliò con la sua eloquenza nel 1400 l’Arciduca Alberto d’Austria e il Conte Ulrico di Cilli. 94