239 mano;, poco capitai facevamo di quel conte d’ Almaviva, qui per verità s'i spiantato; più poco ancora del D. Basilio, di cui non avevamo prima a lodarci gran fatto; ma ci fidavamo ancora della Rosina; credevamo eh’eli’avesse qualcosa ereditato della grazia e del brio, di cui ella aveva veduto, non più lungi che in casa, gli esempi : ma in questo, ahimè! ci siamo ingannati. La Rosina non ha ereditato da alcuno; ella dimenticò anzi le stesse tradizion Ji famiglia, e il Barbier ch’ella ci diede, non è il Barbier che tutti conosciamo. Ci volle offrir del nuovo, e mutò tutti i più bei passi, quando noi ci saremmo assai contentati del vecchio ed avremmo volentieri uditi tali e quali que’passi; poiché certo stimiamo il suo talento, ma stimiamo anche più quel del Rossini. E cosi come dicemmo, il Barbier è caduto e spense auzi tempo la sua lanterna. Al primo passo a due, la Granzirà ed il Penco aggiunsero un nuovo passo di carattere, la tarantella, eh' ei ballano con qualche grazia. La Gratizi/ii è un’agile e gentil danzatrice; ella si disegua nelle figure del passo a due con jarbo, benché talora per verità un po’ troppo vivo ; ha una gamba assai leggiera, e alcuni