precedenti politici * # # Soltanto la Germania e la Romania riconoscono l’annessione della Bo-snia-Erzegovina; da Londra, da Parigi, da Roma, da Pietroburgo, da Beo-grad si leva un coro di proteste. La stampa russa moltiplica gli articoli roventi. Sul tavolo del barone Aehrenthal piovono le note di protesta ma egli, imperturbabile e ricco di cavilli,tiene a bada tutti. L’Inghilterra, dopo essersi infuriata con Iswolsky, ora sfoga il suo risentimento contro l’Austria: per rappresaglia riconosce perfino la dinastia dei Karageorgevic e ristabilisce le relazioni diplomatiche colla Serbia. In Italia il ministro degli esteri, Tittoni, sotto la pressione dell’opinione pubblica pungolata dai nazionalisti, è costretto a fare il viso un po’ arcigno alla duplice monarchia. I serbi sono esasperati perchè vedono che la mossa di Vienna pone una pietra sepolcrale sulle loro aspirazioni sulla Bosnia-Erzegovina. II Foreign Office esige che la questione bosniaca venga risolta da un congresso europeo ma il barone Aehrenthal, pur aderendo alla proposta di convocare un congresso, intende che esso si limiti a prendere atto del fatto compiuto, senza nemmeno discutere la richiesta serba di ottenere dalla Monarchia danubiana un porto sull’Adriatico e un corridoio d’accesso. Naturalmente anche la Turchia si agita, e non a torto, perchè, in fin dei conti, il territorio conteso era suo: in segno di fiera protesta i musulmani boicottano i fez rossi importati daU’Austria-Ungheria ma, grazie alla mediazione di Berlino, la Porta rinuncerà alla sovranità per un prezzo meschino: 55 milioni di franchi. Per consolarla le viene restituito il sangiac-cato di Novi Pazar che l’Austria-Ungheria presidiava senza amministrare. La Serbia, forte dell’appoggio diplomatico inglese ed istigata dajla Russia, si mostra intransigente, respinge qualunque proposta di mediazione e di conciliazione. Anzi, nella primavera del 1909 richiama alle armi un certo numero di uomini in congedo del I bando portando le compagnie a 150 uomini. Ora interviene il capo di stato maggiore dell’esercito imperiale e reaie, 39