2S&- voto ò da’ venti disperso, ed • e' continuano a, tormentarci o piuttosto ad annoiare.-co’ loro sempiterni omei ; accompagnati per giunta dalla soavità delle nuove armonie, recate a tal apice di perfezione e di stordimento, da non resisterci umano udito. Per qualche cosa il benefico M.r Meurice ha- in.\entato. il suo olio. Mercordi abbiam dunque riso, e gli orecr chi si riposarono in care e facili melodie, in allegri e spiritosi motivi, in umani, benché maestri concenti ; abbiamo in somma goduto il vero diletto della musica, lasciata bell’arte, non ridotta a scienza omicida, e chi ce lo fece gustare sono la Cherubini, cantante abbastanza nella maliziosa sua parte garbata, e che canta con grazia, e con brio ; il buon buffo comico Cavizzago, il Morelli ed il Vielli, quegli nella parte del buffo cantante, questi del tenore. E però l’opera ebbe anche dal lato degli attori un più che.mediocre successo, e il pubblico s’è assai piacevolmente trattenuto, senza che il caldo soverchio ne minorasse il diletto. All’opera s’aggiugne un balletto, composto dal Veneziano Giuseppe Rota, credo allievo della nostra scuola di ballo ; giacch’ella è pur giunta a tanti. 11 Rotta ebbe il buon senso, poiché ci vide