150 altri sono appena alle prime lezioni, è giunto già a tal matura perfezion sul violino, da meritar veramente quel titolo.. Cesare Trombini, come si chiama quel caro sonatore di dieci anni, non pure è padrone del suo ¡strumento, e’ possiede in sommo grado il meccanismo, ma e più ancora l’estro, il sentimento dell’arte. Chi sente la viva espressione di quella nota, la soavità di quel canto, la purezza e gradazione di quell’ accento, difficilmente crederebbe eh’ ei fossero opera d’ una mano sì pargoletta. Il talento contrasta con l’età, nè si potrebbe comprendere come gli anni gli bastassero a svilupparlo e rendere così perfetto. In vero non ha più senso il proverbio: il buon uomo d’Ippocrate poteva dire a’suoi tempi ars longa, vita brevis ; s’ora vivesse, volterebbe la frase. Si direbbe che alcuni ingegni privilegiati nascessero col concetto dell’ arte, e ne acquistassero senza esercizio, per intuizione, la pratica, tanto superiore agli anni è quella perizia! L’impubere Orfeo, quel Paganini, che viene ancor dal babbo e dalla mamma, sonò due concerti, uno di Lafont sulla Muta di Portici, e l’altro dell’ Artot sur alcuni motivi del Bellini, e fece sul colto e fiorito