268 un tatto separato, che ai stacca, negli ornati, dal resto, non così però, che con essi leggiadramente non armonizzi ; e questa è forse la parte più bella, e quasi dissi piccante, della bellissima decorazione. La volta del teatro finge una maniera di velario, e s’adorna soltanto d’alcune semplici liste dorate, che mettono capo a un rosone di getto del più forbito lavoro, uscito dalle industri officine del Bortolau di Treviso, e da cui pende la brillante lumiera, anzi quel vivid’astro, che qui splende e riceve i portentosi suoi raggi dal sole lontano e nascosto degli apparati dell’ ingegnere Rocher, che a Treviso, come a Venezia, cosi bene adempieva le parti d’ Esperò illuminatore. L’ammirazione, muta da prima all’aspetto di tante nuove e mirabili cose, scoppiò quiu-di, come tempesta, al cominciar del second’atto ; si domandò sulla scena il Negri, che operava il ristauro; si domandarono nomiuata-meute i presidenti, che lo curarono e diressero con tanto zelo ed amore; allrentusiasmo del-l’ammirazione, si mescè da una parte e dall’ altra quello della gratitudine; si applaudiva e si salutava ; mentre intanto, non senza qualche