273 gli si annunziano gli sponsali d’Eleonora; cade al suolo quando alla sua presenza si pente degl’ingiusti sospetti; cade a’piedi d’Appiani, allorché vuole intenerirlo; cade tramortito dopo aver volto il furioso martello contro la statua; cade in fine, per non risorger mai più, quand’è al termine della vita; il povero Rolla è più per terra che sulle sue gambe. La musica, che non fu molto gustata la prima sera, fece miglior impressione la seconda e la terza, e ciò forse perchè ella è più studiata che immaginosa, più imitativa che facile, e il musicale concetto non si raggiugne cosi a tutta prima. Nel prim’atto ha però un coro molto vivace, che serve d’introduzione e riesce in una canzon da bicchiere, o piuttosto in una romanza del contr’ alto, alla quale in vero altro non manca che una migliore perfezione di canto per parte della Lucchini. Una certa vaghezza ha pure il duetto, con cui l’atto si chiude, se forse nella stretta non è troppo manifesta una imitazione, o reminiscenza che vogliasi dire, della Lucia. Nell’atto secondo, senza contare tutti i luoghi che debbono il loro unico pregio alla grand’arte del Moriani, e {'Angelus o la preghiera cantata a due, il tenore e il IX <8